Il restauro del monumento (Giancarlo Rizza)

Considerazioni, verifiche, ricordi

Nel rileggere l’articolo che ho scritto in occasione dell’inaugurazione del Convento del Carmine, rinasce in me la grande passione avuta per questo monumento: “La presenza di una fittissima vegetazione spontanea infestava il tutto.. demoliva le volte.. si infiltrava nelle sconnessure della pietra.. ricopriva ogni cosa.. con violenza e pietà nel contempo”. Così in un primo impatto mi appariva il Convento. Ripensavo, stranamente, all’opera Le pietre di Venezia di John Ruskin : “.. Vorrei sforzarmi di tracciare le linee di questa immagine, prima che scompaia per sempre e di raccogliere, per quanto posso, il monito che si sprigiona da ogni onda … quando si frange contro le pietre di Venezia”. Questo ideale ha da sempre guidato e accompagnato il mio lavoro di restauro. Oggi di quella passione rimane l’amore; è solo un ricordo ciò che allora mi appariva drammatico, difficile, problematico che se coinvolgente. L’opera ormai conclusa appartiene alla comunità, essendo diventata un riferimento culturale non solo per i nostri concittadini, ma anche per i numerosi turisti che ogni anno la visitano. E’ un bene culturale della nostra città e del nostro territorio. Questa coscienza di appartenenza del bene culturale alla comunità si è lentamente formata ma bisogna in ogni caso continuare a sostenerla. Resta sempre attuale la Dichiarazione di Amsterdam : “Il patrimonio architettonico sopravviverà solo se sarà apprezzato dal pubblico ed in particolar modo dalle nuove generazioni…” Trascorsi otto anni, la destinazione e la realizzazione del Carmine rimangono tuttora ispirate alla Carta di Venezia : “La conservazione dei monumenti è sempre favorita dalla loro utilizzazione in funzioni utili alla società: una tale destinazione è augurabile, ma non deve alterare la distribuzione a l’aspetto dell’edificio. Gli adattamenti pretesi dell’evoluzione degli usi e dei costumi devono dunque essere contenuti entro limiti”.

Scalone neoclassico, 1837

Palazzo Cappasanta: finestra con archetto inflesso di stile gotico-catalano, secolo XV

Base e capitello di età rinascimentale dell'antico portico o della corte porticata.

Mangiatoie della Caserma dei Carabinieri, secolo XX