raccogliere, per
quanto posso, il monito che si sprigiona da ogni onda … quando
si frange contro le pietre di Venezia”.
Questo ideale ha
da sempre guidato e accompagnato il mio lavoro di restauro.
Oggi di quella passione rimane l’amore; è solo un ricordo
ciò che allora mi appariva drammatico, difficile, problematico
che se coinvolgente. L’opera ormai conclusa appartiene alla comunità,
essendo diventata un riferimento culturale non solo per i nostri concittadini,
ma anche per i numerosi turisti che ogni anno la visitano. E’
un bene culturale della nostra città e del nostro territorio.
Questa coscienza di appartenenza del bene culturale alla comunità
si è lentamente formata ma bisogna in ogni caso continuare a
sostenerla.
Resta sempre attuale la Dichiarazione di Amsterdam : “Il patrimonio
architettonico sopravviverà solo se sarà apprezzato dal
pubblico ed in particolar modo dalle nuove generazioni…”
Trascorsi otto anni, la destinazione e la realizzazione del Carmine
rimangono tuttora ispirate alla Carta di Venezia : “La conservazione
dei monumenti è sempre favorita dalla loro utilizzazione in funzioni
utili alla società: una tale destinazione è augurabile,
ma non deve alterare la distribuzione a l’aspetto dell’edificio.
Gli adattamenti pretesi dell’evoluzione degli usi e dei costumi
devono dunque essere contenuti entro limiti”.